venerdì 18 maggio 2012

I quartieri di Tokyo, quelli veri

Prendete un europeo, portatelo a Tokyo e ditegli di farsi una passeggiata per i quartieri residenziali pieni di casette che si spalmano tra i grandi centri cittadini come Shinjuku, Akihabara ecc... e poi chiedetegli quali sono le cose che lo hanno colpito di più. Sono sicura che una delle prime cose menzionate sarebbe il silenzio, l'ordine e la sensazione di non trovarsi effettivamente nel centro di una delle più grandi metropoli del mondo. A pensarci un altro pò però l'europeo vi direbbe delle cose un pò strane, ad esempio che ci sono un sacco di case abbandonate da moltissimi anni che svettano tra villette familiari molto curate, l'edera che avvolge tutto, parti dell'edificio coperte di ruggine, a volte pile di posta ingiallita vicino ad uno scalino, una bicicletta rossa che sbuca dai rovi.
A chiederlo ad un giapponese le uniche risposte che mi sono state date sul fenomeno è che molto probabilmente qualcuno è morto in quella casa e quindi la proprietà diventa in un certo senso invendibile per il semplice fatto che molti dei possibili acquirenti vengono scoraggiati in base a banale scaramanzia. Tra parentesi, non immaginatevi scene tipo "E' stata uccisa l'intera famiglia da un pazzo omicida" ecc..., più semplicemente si tratta di morti naturali di anziani. Oppure mi immagino che spesso alla morte del proprietario non ci sia un erede, oppure che l'attuale proprietario abiti molto lontano e se ne freghi di quella casa tanto lontana. Insomma, fatto stà che ce ne sono moltissime di queste case e che contribuiscono certamente a rendere una passeggiata per questi quartieri quantomeno interessante. p.s. per quanto riguarda la scaramanzia mi è parso di capire che i giapponesi la sentano veramente molto di più di un semplice italiano. Me ne sono resa conto personalmente quando alla notizia che la casa dove abitavo a Firenze fosse stata costruita nel 1700 moltissime persone mi abbiano chiesto tra il serio e il faceto se non avessi avuto paura dei fantasmi. Sempre lo stesso europeo magari vi riferirà ridicchiando che moltissimi sottoscala esterni siano visti dai giapponesi come una specie di soffitta all'aperto: cumuli di giornali vecchi, muri di scatoloni e i più disparati oggetti, anche vecchie pentole, tutto ammucchiato nell'ordine più maniacale oppure ammassato alla buona.
Poi ci sono i cimiteri, senza muri che li recintino e con una parvenza di quiete e di serenità che manca direi a quelli nostrani. Non mi sono messa certo a fare il tour guidato però i due nei quali mi è capitato di imbattermi avevano entrambi moltissimo verde, un sacco di alberi come ciliegi o peschi pronti a sbocciare e quell'idea generale che un cimitero non è un luogo completamente staccato dalla vita quotidiana di chiunque. E poi fa sorridere vedere come parenti o amici spesso lascino lattine di birra o alcol ai propri defunti, magari a memoria di una loro passata passione per l'alcol.

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